Foto allestimento

 

ROBERTO  CIACCIO    LICHTUNG

 
 

Collegio Cairoli – Università degli Studi di Pavia

Esposizione  27 novembre – 18 dicembre 2004

Ore 17.00 – 19.30 esclusi i festivi.

 

Presentazione della mostra:

Sabato 27 novembre 2004 – ore 17

Aula Magna del Collegio Cairoli

Intervengono: Rossana Bossaglia, Michael Engelhard, Tomaso Kemeny, Riccardo Ruschi.

Inaugurazione – ore 18,30

 

L’esposizione  Lichtung  che Roberto Ciaccio dedica all’amico  poeta Tomaso Kemeny segna l’incontro di due sensibilità che trovano nel loro percorso espressivo momenti di forte consonanza.

E’ significativo il fatto che il titolo della mostra riconduca a quell’orizzonte di linguaggio che Heidegger riconosce all’arte e alla poesia ed in particolare alla poesia di Hölderlin.

Lichtung  è parola della lingua tedesca che rinvia a  Licht – luce – e al verbo lichten – diradare -. Essa sta pertanto ad indicare quella “radura” , ossia quella zona aperta del bosco, in cui la luce può filtrare circondata dall’oscurità . Lo spazio libero che così sorge è la Lichtung.

Lichtung è pertanto il luogo  dell’incontro e della compresenza di luce e oscurità.

La lichtung , nella metafora del linguaggio filosofico heideggeriano,  esprime anche il luogo della rivelazione e del nascondimento dell’Essere.

La suggestione della parola Lichtung può adeguatamente esprimere il senso di un percorso, quello di Roberto Ciaccio, che ha fatto del rapporto presenza/assenza, luce/oscurità la dimensione fondante l’opera.

Roberto Ciaccio in tutto il corso del suo lavoro ha dato vita a questa metafora visiva mettendo in opera un linguaggio attraversato da una sorta di luce nera.

Le sue opere si fanno luogo di un orizzonte della visione alle soglie dell’invisibile. Esse esprimono quella soglia visiva della percezione e dell’ascolto ai limiti dell’oscurità e del silenzio. In esse rintracciamo la presenza di un’apparizione o di una  ri-velazione nella tensione tra espresso e inespresso, dicibile e indicibile.

Le figure che  trovano negli spazi oscuri di queste opere il luogo del loro apparire e la manifestazione unica della loro stessa presenza,  sono colte tra apparizione e scomparsa nel loro continuo divenire tra luce e oscurità.

Nelle pesanti lastre metalliche lucenti ma velate da inchiostri neri, o nel cuore della leggerezza e dell’immaterialità dei fogli, si esprime il senso di una presenza mai completamente rivelata ma semplicemente evocata.

Queste opere-luoghi aprono  quello “spazio mentale” di una distanza o di una prossimità che investe le figure che di volta in volta vengono all’apparire. Esse, nella loro latenza e nella loro temporalità sospesa, invitano all’ascolto e alla meditazione.

 

L’ esposizione presenta:

  • Le incisioni e le lastre matrici di “Annotazioni di luce in otto momenti”- 1990 -  ,ispirate al testo Holzwege di Martin Heidegger, che esplicitamente si richiamano al pensiero della Lichtung .

  • Alcune recenti  sequenze  di piccole incisioni – 2002/2004 – dal timbro oscuro delle continue variazioni cromatiche..

  • Una serie di lastre metalliche con inchiostri neri che, nella specificità dei loro differenti materiali – ferro, zinco, rame – e nelle loro diverse sonorità, si offrono anche in una decisa presenza oggettuale.

  • Alcuni monoprint di grande formato – 1999/2000 – che raccolgono sui fogli le tracce delle lastre.

  • Alcuni studi su carta e incisioni ispirate a poesie di Tomaso Kemeny.

 

Il lavoro ai torchi di Roberto Ciaccio nasce nell’atelier dello stampatore Giorgio Upiglio di Milano.

 

Collegio Cairoli, Piazza Collegio Cairoli 1, Pavia