Foto allestimento

 

HELLENIC AMERICAN UNION   13-28 Aprile 2005

 
 

 HELLENIC AMERICAN UNION   13-28 Aprile 2005

 

ROBERTO CIACCIO

Darkness & Light. Monoprints.

 

L’ Hellenic American Union ospita per la prima volta in Grecia, ad Atene, una mostra monografica dell’artista italiano Roberto Ciaccio operante a Milano e già presente con ampie esposizioni monografiche in musei italiani e stranieri.

L’esposizione darkness & light curata da Irene Orati per l’Hellenic American Union è costituita da una serie di recenti opere monoprints (1999-2004) – opere in esemplare unico – di grandi dimensioni realizzate presso i torchi dell’Atelier del famoso stampatore editore Giorgio Upiglio di Milano.

Le opere si caratterizzano tecnicamente per un particolare ed innovativo uso della modalità della stampa originale, concepita paradossalmente nella direzione della “unicità” e della “irriproducibilità” tecnica.

Oltre a questi grandi monoprints, sono presenti una serie di piccoli monoprints (2002-2004) caratterizzati dal timbro oscuro e dalle continue variazioni cromatiche e l’opera Annotazioni di luce in 8 momenti per Holzwege di Martin Heidegger, un portfolio contenente 8 incisioni all’acquatinta, già parte della collezione del Books & Prints Department del Moma di New York.

Sono inoltre presenti alcune lastre metalliche nella loro dimensione oggettuale.

Le opere esprimono contenuti che trovano una intensa ispirazione nella musica e nel pensiero filosofico.

La dimensione mentale dell’opera di Roberto Ciaccio si esprime nel configurarsi di una soglia tra visibile/invisibile, presenza/assenza, luce/oscurità.

Remo Bodei, noto filosofo italiano, che ha curato la sua recente monografia Il volto del tempo (Electa – Milano 2002) così si esprime:

“ […] Nelle opere di Ciaccio, lo spuntare della luce dalla sua primitiva cancellazione attraverso gli inchiostri o le poveri d'asfalto è strettamente legata al suo eventuale risucchio nella tenebra. L'oscurità non è qualcosa cui si può rinunciare, anche perché - come si potrebbe dire in termini filosofici - il miglior illuminismo è proprio quello che riconosce la lezione delle tenebre, mentre il falso illuminismo è quello che vorrebbe trasformare tutto in una luce bianca, accecante, dove, come è noto, si vede altrettanto poco che nel buio assoluto. È soltanto la differenza, il chiaroscuro, che porta a conoscere qualcosa, che crea un gioco e una trama di rinvii dalla luce al buio e dal buio nuovamente alla luce o da una sfumatura di colore all'altra. Per Roberto Ciaccio, infatti, parafrasando Gombrich, l'arte non è illusione, ma allusione. Rimanda a qualcosa d'altro: non offre alcuna struttura definitiva, ma la possibilità di cercare ancora, di spalancare nuove possibili architetture di senso. Rinvia, soprattutto, ad altri tempi che si sono consegnati all'opera come ricordi sbiaditi. L'opera non dice e non nasconde, ma - appunto - allude.
Ciaccio è uno di quei rari artisti che hanno tratto dalla filosofia - soprattutto da Heidegger e dalla fenomenologia di Husserl e di Merleau-Ponty - temi d'ispirazione. La sua è un'opera in cui si vede, dal vivo, il processo d'impollinazione reciproca tra pensieri e immagini, tra ragione e immaginazione…”